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Vigili urbani passano con il rosso, 18enne uccisa

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Messaggio  ClioTuning89 Mar Set 22, 2009 12:37 am

Pattuglia dell’antidegrado si scontra con due giovani in motorino; il giallo del lampeggiante.
Carlotta Fondelli era in sella allo scooter guidato dal suo fidanzato: è morta ieri a Careggi. Il padre attacca la Municipale: «Ho i testimoni, andavano a cento all’ora. E’ un omicidio volontario». Flavia piange Carlotta. Erano inseparabili: insieme a scuola e perfino in passerella.
Qualche minuto prima della mezzanotte di martedì, all’incrocio sul viale Amendola. Per una pattuglia dell’antidegrado della polizia municipale, proveniente da lungarno del Tempio e rivolta verso piazza Beccaria, il semaforo dice rosso; è verde, invece, per una coppietta di fidanzati in motorino che arriva da via Fra’ Giovanni Angelico. Quelli con il verde, passano. Quelli con il rosso, pure. Ed è il dramma.
Carlotta Fondelli, 18 anni, studentessa, la passeggera di un Honda Sh 125 condotto dal fidanzato, viene sbalzata lontano dallo schianto. Dopo una notte di agonia, verrà dichiarata cerebralmente morta nel primo pomeriggio di ieri. Ferite gravi, ma non gravissime, per il suo compagno Edoardo Conti, 19 anni, ricoverato al Cto. «Ricordo un taa-daaa e poi la botta. Abbiamo urlato, ho avuto tanta paura», dice, ancora frastornato. Quel ‘taa-daaa’ è probabilmente la sirena della Municipale, attivata per attraversare l’incrocio ’sbarrato’ dal segnale rosso e cozza con chi invece accusa gli agenti di non aver acceso alcun segnalatore. Le testimonianze - più che le voci riportate nei momenti concitati dell’incidente - avranno un certo peso, nella ricostruzione dell’incidente mortale che ha spezzato un altro giovanissima vita sulle strade di Firenze. Perché la condotta degli agenti, a bordo di una Fiat Punto ‘civetta’, priva cioè dei riconoscimenti ufficiali, è al centro di due inchieste: quella interna, avviata dal sindaco Renzi, e quella della magistratura, per omicidio colposo.

I vigili - tre, uno alla guida e due sul sedile posteriore - avevano a bordo una russa fermata poco prima sul lungarno durante un servizio antiprostituzione e si stavano dirigendo verso il gabinetto della polizia scientifica di piazza Indipendenza per il fotosegnalamento. Il semaforo è rosso, ma passano. Alcuni testimoni azzardano che il lampeggiante mobile non fosse in funzione al momento che l’auto ha attraversato l’incrocio. Altri parlano di velocità elevata. I carabinieri, intervenuti per i rilievi, hanno effettuato l’alcoltest al conducente, che ha dato esito negativo. Eppure una gazzella, in servizio presso la vicina caserma dell’Arma, avrebbe visto tutto: la macchina dell’antidegrado che rallenta in prossimità dell’incrocio, ‘avverte’ con la sirena e poi si scontra con lo scooter dei due giovanissimi, provenienti da una traversa.
In viale Amendola si consuma ugualmente un dramma. Un passante, che è medico, si ferma a prestare le prime cure alla ragazza. Ma chi osserva le sue condizioni, si mette subito le mani nei capelli. Momenti strazianti anche quando all’incrocio giunge il padre di Carlotta e i genitori di Edoardo, che nel frattempo vengono soccorsi dai mezzi del 118.

Una corsa all’ospedale e Carlotta ed Edoardo, freschi fidanzatini, vengono divisi. Ore di angoscia, lui forse dovrà essere operato ma senza di lei. La notte passa, Carlotta peggiora fino all’epilogo. La morte cerebrale arriva all’ora dei pranzo, quella ufficiale nel tardo pomeriggio. La famiglia Fondelli ha dato l’assenso all’espianto degli organi. Ma questo non fermerà la battaglia di papà Luca, appena iniziata: «Ho i testimoni, quella macchina andava a più di cento all’ora».
«Me l’ha ammazzata… Me l’ha ammazzata, questo è un omicidio volontario, la dovrà pagare». Mischia rabbia e dolore Luca Fondelli, il papà di Carlotta. Titolare della pasticceria Michelangelo di piazza Ferrucci, è stato uno dei primi ad arrivare in viale Amendola, dopo l’incidente. Ed a rendersi conto della tragedia.
«Stavo finendo di lavorare quando mi è arrivata la telefonata dei genitori di Edoardo. Sono corso là». E, ora, dopo la notte più brutta della sua vita, quella che si è portata via la «patatina», si sfoga. Accanto ci sono i familiari, s’infila e si sfila gli occhiali, sale e scende. Prima in fondo al pronto soccorso, poi s’arrampica alla rianimazione, dove i medici, forse, devono chiedergli un gesto di altruismo: donare gli organi di sua figlia. Lui, a nome della famiglia, acconsente. Ma l’ira per quella che non pare solo una fatalità resta.

«L’agente al volante della macchina che ha ucciso mia figlia è responsabile. Credo andasse a cento all’ora, da quello che mi hanno detto è passato all’incrocio mentre il semaforo era rosso e ha travolto il motorino che è finito a una ventina di metri. Il corpo di mia figlia, straziato, era a 14 metri. Abbiamo già preso un avvocato perchè voglio verità e giustizia. Ho dei testimoni pronti a confermare che la pattuglia andava forte. Mi hanno detto che quando l’agente è sceso dalla macchina prima di verificare quello che aveva combinato si è preoccupato di sistemare il lampeggiante sul tetto e di accenderlo».
La mamma, invece, non era stata ancora messa al corrente dell’esatta dinamica del sinistro e delle sue conseguenze. Forse lo intuisce, perché non sta bene e non ce l’ha fatta ad essere a Careggi a fianco del marito. Accanto a lui, oltre agli amci, c’è però Flavia, la gemella di Carlotta. Si assenta solo per andare a spiegare alla nonna cosa è successo. E non è un compito da poco.

Flavia e Carlotta, divise soltanto dal destino. Inseparabili anche su Facebook, dove, sulla medesima pagina, condividevano 368 amici. Carlotta, iscritta al liceo di Santa Marta a Settignano assieme alla gemella, avrebbe voluto studiare economia e commercio. Ancora però, con i suoi diciotto anni compiuti nel maggio scorso, c’era da affrontare un altro anno e poi la maturità, lasciapassare per il mondo universitario. Una formalità, per lei: «Aveva la media del 9,1», ricorda orgoglioso il babbo. Ma non erano le uniche soddisfazioni per papà Luca.
Carlotta praticava sport (giocava a pallavolo e frequentava la palestra Virgin) e, sempre insieme alla sorella, faceva la modella per lo stilista Roberto Cavalli.

Bella. Bellissima. Alta e slanciata. Come Flavia, del resto. Alle ultime elezioni aveva dato una mano all’amico Francesco Torselli, candidato al consiglio comunale di palazzo Vecchio. Anche la politica era tra le sue passioni. Da alcuni giorni aveva cominciato a lavorare in un noto bar della movida fiorentina. Insieme alla sorella, ovviamente, con la quale divideva anche la passione per le discoteche della Versilia. Da qualche mese, da casa loro, a Coverciano, un bel ragazzo passava a prendere Carlotta. Il suo fidanzato: Edoardo Conti, 19 anni, uno più di lei. Anch’egli studente, ma del liceo scientifico Dante Alighieri. È scosso, ma ha un ricordo ancora lucido, ripetuto spesso ad amici e familiari che gli stanno vicini.
«ho attraversato l’incrocio - dice dal letto dell’ospedale -. Il mio semaforo era verde, ho sentito il suono di una sirena che partiva, tipo ‘taa-daaa’, una sola volta. Un istante dopo un’auto ci ha travolto. Non ho potuto fare niente. Abbiamo gridato. Forte».

L’Honda SH 125 bianco è volato via. E ora lui è al terzo piano del Cto, con una frattura esposta alla gamba destra e un grande punto interrogativo sulle condizioni della fidanzata. «Dopo l’incidente ho visto Carlotta a terra - continua - e qualcuno intorno a lei. Poi sono arrivati un medico, un infermiere, alcuni passanti. Stavamo facendo un giro prima di tornare a casa. Oggi saremmo dovuti andare al mare».

Renzi pretende verità, tra i vigili c’è sconcerto. Appena saputo della tragedia, il sindaco Matteo Renzi si è precipitato all’ospedale di Careggi, dove ha incontrato i genitori di Carlotta Fondelli, la ragazza che rimasta uccisa nel tragico incidente di viale Amendola. Renzi, accompagnato dall’assessore Massimo Mattei, ha espresso profondo dolore e la vicinanza di tutta la città. Il sindaco, dopo aver incontrato i genitori della 18enne, ha annunciato che, oltre alle indagini della Procura, sarà avviata «un’inchiesta interna, rapida e senza ombre» per far luce sulla vicenda e per accertare eventuali responsabilità da parte dell’agente di polizia municipale alla guida dell’auto che si è scontrata contro lo scooter su cui la ragazza si trovava assieme al fidanzato, che non corre pericolo di vita.

Ma perchè quell’auto civetta dei vigili andava così forte? La necessità di fotosegnalare una prostituta appena fermata era così urgente da indurre l’agente alla guida a bucare il semaforo rosso? Tutti interrogativi a cui, oltre all’inchiesta della Procura, dovrà dare una risposta anche quella interna voluta da Renzi. Bocche cucite al comando della polizia municipale, da dove trapela solo il fatto che per ora «nessun provvedimento disciplinare» è stato preso a carico dei vigili a bordo dell’auto protagonista del tragico schianto.
Nemmeno una sospensione in via cautelativa. I colleghi dell’Antidegrado, sezione dei vigili impegnata giorno e notte a contrastare illegalità e prostituzione, sono sconvolti per l’accaduto: «Sono colleghi con oltre 20 anni d’esperienza, qualcosa non ha funzionato».

A parer mio vigile, poliziotto, carabiniere o quello che sia, se ha sbagliato è giusto che paghi...

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Messaggio  badangel Mar Set 22, 2009 2:22 am

ovvio, chi ha sbagliato paga, può essere chiunque, pure il papa...
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Messaggio  Fabryy Mar Set 22, 2009 2:44 am

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